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80397ee3adCOMMISSIONE SPELEOSUB DEL SOCCORSO SPELEOLOGICO
A cura di Marco Broglio (speleo sub SAST – CNSAS)
La Commissione Nazionale SpeleoSubaquea (ComSub) del CNSAS è stata costituita nel 1984.
Originariamente gli operatori subacquei del soccorso speleologico erano concentrati essenzialmente nell’ambito della II e della VI Zona, oggi a distanza di ventiquattro anni la presenza dei tecnici speleosub è diffusa anche in altre zone di soccorso speleologico; tuttavia la loro distribuzione a macchia di leopardo sul territorio nazionale rende ancora impossibile la costituzione di squadre con un minimo di capacità operative in ogni singola Zona di soccorso speleologica. Per questi motivi la ComSub opera come organismo unico per tutte le emergenze che richiedono l’intervento speleosubaqueo in tutto il territorio nazionale, questo sia per un motivo legato alla consistenza numerica dei tecnici, sia per la difficoltà e la complessità che quasi sempre caratterizzano le operazioni di soccorso speleosubacqueo. Con gli anni la ComSub ha, dunque, svolto oltre alle funzioni di studio e ricerca specifici per il settore, anche compiti operativi entro i confini nazionali ed, eccezionalmente, anche all’estero.
Il regolamento affida alla ComSub il compito di operare negli interventi di soccorso nelle risorgenze e nelle cavità carsiche, nelle grotte marine e negli ambienti subacquei in genere.
Quest’ anno è stata costituita la Scuola Nazionale Tecnici Soccorso Speleosubacqueo con il compito di formare, certificare, aggiornare i tecnici speleosub e di divulgare le tecniche più avanzate e innovative.
Gli scenari di intervento dove gli speleosub del CNSAS sono chiamati ad operare sono essenzialmente tre :
incidente subacqueo in grotta allagata – risorgenza;
speleologi bloccati a causa di una piena oltre un sifone temporaneo;
Incidente post sifone in grotta aerea oltre un sifone permanente.
L’allarme deve pervenire attraverso il Delegato di Zona al Responsabile Nazionale della ComSub che provvederà a dirigere e coordinare le operazioni subacquee di concerto con il Delegato di Zona.
Anche se nella Delegazione non ci sono in organico speleosub è molto importante essere a conoscenza delle situazioni di potenziale pericolo e di intervento nel proprio territorio di competenza, per essere in grado di predisporre rapidamente un piano operativo e dunque intervenire coinvolgendo tempestivamente i tecnici della ComSub residenti nelle regioni circostanti o più vicine.
Normalmente l’intervento viene svolto da una squadra operativa composta da 2 operatori, in caso di ricerca, o 4 in caso di recupero e, comunque, supportata da una di rincalzo (minimo 2) sul posto per emergenze o per proseguire le operazioni se queste si protraggono per molto tempo.804ec7a5e5
A causa delle complessità operative, delle notevoli quantità di materiali e della necessità di far intervenire tecnici anche da grandi distanze, nella pianificazione si deve tener conto che le operazioni si soccorso speleosubacqueo sono normalmente piuttosto lunghe ed impegnano più giorni e un supporto logistico rilevante. Per tale motivo tutte le Delegazioni speleologiche devono essere adeguatamente informate e formate nei vari argomenti di interesse speleo sub.
Nell’organico della 3° Zona di soccorso speleologico, componente del Soccorso Alpino e Speleologico Toscano, sono presenti due tecnici speleo sub, inquadrati anche nella ComSub, che seguono regolarmente corsi di formazione e di re training-aggiornamento al fine di mantenere operative le capacità acquisite.
In particolare i due tecnici sono abilitati all’uso apparecchiature con erogatori di miscele respiratorie e del rebreather; tale device consente la ri-respirazione previo assorbimento dell’anidride carbonica espirata dal sub, con conseguente aumento dell’autonomia operativa in immersione così da poter raggiungere 100 m di profondità e qui poter operare.
Erogatori SpeleoSub
I sistemi di erogazione attualmente utilizzati dalla ComSub sono di due tipologie: Sistemi ARA (Apparecchi Respirazione ad Aria) e i Rebreather (apparecchi a circuito semi-chiuso e chiuso).
La grande differenza tra i due sistemi consiste nei consumi e dunque nell’autonomia in rapporto alla profondità.
Infatti con i sistemi ARA con l’aumentare della profondità aumentano i consumi, in base alla pressione, mentre per i secondi (Rebreather) il consumo è solo quello metabolico.
I sistemi Rebreather riciclano l’aria espirata, grazie alla presenza di un filtro di captazione e di fissaggio della CO2 espirata, così da reimpiegarla nella successiva ispirazione previo reintegro dell’ossigeno metabolizzato dal corpo con un’aggiunta di O2 “fresco” da parte della macchina.
Risulta dunque evidente sia il vantaggio riguardante la riduzione dei consumi di miscela respiratoria, sia la conseguente possibilità di gestire la pressione parziale dell’ossigeno erogato con la miscela espiratoria dalla macchina o dall’operatore con riscontri positivi per quanto riguarda i tempi (durata) di immersioni e di decompressioni.
Attualmente gli speleosub del SAST (come altri della ComSub CNSAS), con l’acquisto e relativo addestramento all’uso dei rebreather con miscele elio/ossigeno, sono in grado di effettuare immersioni fino ad una profondità operativa di 100m, avendo come limite di tempo la durata del filtro di assorbimento della CO2 che è di circa 180 minuti.