ATTIVITÀ DI SOCCORSO CNSAS 2015

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Soccorso Alpino Toscano

Il numero degli interventi di soccorso nel 2015 raggiunge quota 7.005 con un leggero calo di 148 punti rispetto all’anno precedente; questa leggera flessione, di cui non è possibile analizzare le cause, porta con se, irrilevanti variazioni lasciando però inalterato il quadro percentuale che si stabilizza sugli stessi valori del 2014.
Infatti le persone soccorse sono state 7.146 contro le 7.295 dell’anno prima, di cui 2.320 illesi (32,5%), 2.662 feriti leggeri (37,3%), 1.265 feriti gravi (17,7%), 421 feriti in imminente pericolo di vita (5,9%), 429 deceduti (6,0%) e 49 dispersi (0,7%).
Tra di essi l’80,5% è costituito da italiani, il 7,8% da tedeschi mentre i Paesi a noi confinanti sull’arco alpino (Francia, Svizzera, Austria) assieme toccano il 3,3%, il resto d’Europa il 5,7% e tutte le altre nazionalità censite, circa una trentina, assieme si attestano al 2,7%.
La fascia di età più interessata è quella fra i 50-60 anni (1.106) seguita da quella fra i 40-50 (1.040), segue quella fra i 20-30 (834) praticamente uguale a quella fra i 30-40 (830); i soccorsi a persone ultra ottantenni sono stati 185, casualmente non molto dissimile dal numero dei bambini al di sotto del 10 anni che sono stati 165.
Gli interventi a favore di soci C.A.I. sono il 6,2% del totale pari a 445, mentre i non soci sono la parte preponderante con il 93,8% che corrispondono a 6.701 infortunati; questo dato è piuttosto costante nel tempo come pure il rapporto fra maschi (71,5%) e femmine (28,5%) ossia 5.106 per i primi e 2.040 per le seconde.
L’attività più praticata, o meglio quella in cui avvengono più recuperi, si conferma l’escursionismo con 2.877 casi, che distanzia di molto l’alpinismo 439 interventi (6,1%) che è preceduto anche dallo sci di pista con 755 soccorsi (10,6%).
L’altra disciplina classica dell’alta montagna, lo sci alpinismo, si attesta al 2,4% anch’esso preceduto da altre attività quali la mountain bike e la ricerca di funghi, quest’ultima branca soggetta però agli andamenti stagionali e alle bizzarrie del tempo.
Per il resto sono circa 20 voci che spaziano dal 2 allo 0,1% a testimoniare quanto sia variegato il campo di azione in cui opera C.N.S.A.S. A ciò si aggiungono 802 casi (11,2%) che sono classificati come “altri” un calderone dove c’è di tutto e di più.
Similmente anche nelle cause esiste una voce che distanzia di molto tutte le altre e si tratta delle “cadute” attestate
al 32,9% di tutta la statistica pari a
2.353 casi; segue poi il valore di quasi 900 soccorsi (12,6%) per malori, dato in stretto rapporto con l’invecchiamento della popolazione.
I motivi legati ad un superficiale approccio alla montagna quali: incapacità, perdita di orientamento, ritardo e sfinimento rappresentano globalmente il 26,1% (1.861 casi) a cui vanno sommati 311 interventi causati da cattive condizioni atmosferiche che con l’attuale qualità delle previsioni meteo sono anch’essi ascrivibili a troppa leggerezza nell’organizzare una escursione.
L’ambiente montano è stato nel 43,2% lo scenario principale delle operazioni di soccorso, seguito dal 21,7% di interventi in ambiente ostile e impervio, dal 10,0% su piste da sci, per 1,9% si è trattato di ambiente rurale/antropizzato e per 0.7% di missioni dove era richiesta una particolare competenza tecnica nel risolvere la situazione.
Per tutta questa attività sono stati impiegati 31.383 soccorritori per un totale di 145.037 ore/uomo e di 21.173 giornate/uomo e l’impiego di 2.843 elicotteri di cui l’89,3% del Sistema sanitario nazionale con a bordo un Tecnico di Elisoccorso (T.E.) del C.N.S.A.S.

A cura di Giulio Frangioni.